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Caboto, Sebastiano.

Navigatore italiano. Figlio di Giovanni, accompagnò il padre nei suoi viaggi verso il Canada, e risiedette poi a Bristol, ove ottenne ricompense per i servizi prestati. Nel 1509 intraprese un viaggio con due navi armate a sue spese, proponendosi di scoprire un passaggio verso l'Asia, a Nord della massa continentale nordamericana. Toccò così il Labrador e navigò lo stretto di Hudson, ove però i ghiacci gli impedirono di procedere oltre. In Inghilterra, ove rimase fino al 1512, C. si dedicò anche a lavori cartografici. Poi si mise al servizio della Spagna, stabilendosi a Siviglia, in qualità di consulente e poi di pilota di una compagnia marittima. Nel 1518, dopo un breve ritorno in Inghilterra (si trattava di allestire una nuova spedizione, fallita però sul nascere), ottenne dall'imperatore Carlo V la nomina a piloto mayór, come successore di Juan Diaz de Solis. Sempre irrequieto, il nuovo ammiraglio spagnolo offrì i suoi servizi alla Repubblica Veneta, per una spedizione che, sulle tracce di quella del 1509, avrebbe dovuto aprire un passaggio per l'Asia attraverso il Nord-Ovest, via che C. riteneva allora fosse l'unica possibile, tanto da avversare la spedizione progettata da Magellano. Una volta però che questa venne coronata da successo, fu proprio lui il primo a mettersi sulla scia del grande navigatore portoghese: cosa che avvenne nel 1526, anno in cui agli ordini di C. salparono per il Sudamerica, da Sanlucar de Barrameda, quattro navi, destinate a rifare l'itinerario di Magellano e a occupare le Molucche e le terre vicine. La spedizione però parzialmente fallì, anche perché la nave capitana naufragò ben presto sulle coste brasiliane; accantonato l'obiettivo principale della conquista delle Molucche, egli si dovette allora accontentare dell'esplorazione dell'estuario del Rio della Plata. Le tre navi superstiti risalirono il fiume Paraná fino alla confluenza con il Paraguay, e su queste vie fluviali vennero dislocate alcune stazioni. I ripetuti attacchi degli indigeni agli uomini della spedizione (200 in tutto) costrinsero comunque C. al rimpatrio e appena giunto in Spagna (primavera 1530) non gli venne risparmiata, anche per iniziativa di gelosi avversari, l'onta di un processo. I risultati della sua spedizione, infatti, non erano stati giudicati proporzionati alle spese sostenute. Assolto, conservò l'ufficio di piloto mayòr e si dedicò con rinnovata lena agli amati studi cartografici. Celebre tra tutti un suo mappamondo a stampa del 1544, ora conservato, in un unico esemplare, nella Biblioteca nazionale di Parigi. Nel 1548 Sebastiano C. passò di nuovo al servizio dell'Inghilterra, per conto del cui re organizzò nel 1553 una grande impresa: si trattava stavolta di tentare il passaggio all'Asia per la via del Nord-Est. Per finanziare la spedizione era stata costituita una compagnia apposita, della quale C. fu governatore fino alla morte. Personalmente il vecchio navigatore non vi prese parte (le tre navi partirono al comando di Ugo Willoughby e di Riccardo Chancellor), ma le istruzioni, che ci sono rimaste, erano state redatte interamente di suo pugno (Venezia 1480 circa - Londra 1557 circa).